Il peggiore amico degli indoratori: cos’è la muffa?

L’Autunno è la stagione dei cambiamenti e dei nuovi colori e, molto spesso, nell’ambiente domestico questo significa un nuovo colore per le proprie pareti. Quando si chiama l’indoratore, una delle prime questioni che questo deve affrontare riguarda la muffa, un nemico fastidioso e nocivo per gli individui che vivono la casa. Quando la muffa compare, è necessario intervenire in maniera del tutto tempestiva perché, il suo propagarsi, potrebbe creare seri problemi. Alle prime macchie di muffa bisogna intervenire, perché in quanto a fenomeno progressivo, potrebbe rivelarsi essere anche la conseguenza di problemi strutturali seri. Prima di imbiancare casa bisogna per cui fare un attento sopralluogo delle pareti, intervenire sulla muffa e solo alla fine intervenire con il colore. Ma perché la muffa compare? La muffa è un vero e proprio coinquilino vivente, un organismo che cresce e si nutre e che non bisogna trattare come una semplice macchia. La muffa si riproduce, ed è per questo motivo che deve essere intesa come un fenomeno pericoloso: in una piccola superficie nera possono annidarsi circa 50.000 spore, ognuna delle quali può generare milioni di nuovi organismi. Tutto questo è altamente antigenico, spaventoso e cresce proporzionalmente all’umidità dell’ambiente in cui si trova. Vediamo, allora, come togliere la muffa sui muri

La gestione della muffa sulle pareti

I passaggi da compiere nel momento in cui ci si accorge della muffa generata sono sostanzialmente due. In primo luogo è necessario eliminare lo strato più esterno della muffa e, subito dopo, capire l’origine della muffa stessa, analizzando la causa che ha causato la formazione.
Per eliminare superficialmente la muffa bisogna togliere delle macchie con il bicarbonato: questo deve essere pensato come un detersivo sbiancante naturale, grazie infatti a 2 cucchiai abbondanti di bicarbonato diluito in acqua calda, si potrà ottenere il proprio disinfettante naturale. Questo inizierà a minacciare la resistenza della muffa. Anche un composto di bicarbonato, acqua e succo di limone può dare origine a nuove soluzioni, creando uno scudo antibatterico naturale. La miscela va fatta riposare direttamente sul muro per qualche minuto.

A seguire dopo il bicarbonato si posiziona l’aceto, il quale deve essere diluito in circa un litro e mezzo di acqua calda: con un erogatore spray bisognerà spruzzare il composto sulla parete e togliere la muffa con un panno usa e getta. 

Infine una soluzione forte ed immediata è la candeggina, per le macchie più ostiche da eliminare. Anche se il bicarbonato e l’aceto sono degli ottimi alleati, la potenza artificiale della candeggina non ha eguali nei termini smacchianti. Una soluzione a base di acqua e candeggina, con una posa di 30 minuti, manderà via tutte le macchie possibili e immaginabili, bisogna però eseguire l’operazione più volte prima di ottenere un effetto brillante. Infine è sempre consigliabile, durante questo trattamento, utilizzare appositi guanti e mascherina mantenendo le finestre aperte e consentendo un riciclo continuo dell’aria, perché la candeggina rimane una sostanza di cui non si dovrebbe favorire l’inalazione. 

Prima di imbiancare le pareti: cosa fare?

Per creare uno scudo nei confronti di possibili spiacevoli ritorni, può essere applicata anche l’acqua ossigenata, la quale rappresenta una soluzione 10 volte più vantaggiosa rispetto a bicarbonato e aceto. Alternativamente, se si vuole sempre seguire la strada dell’home-made, allora si può provare con l’olio essenziale del tee: per mezzo delle proprietà antibatteriche di cui è costituito e grazie alle sue capacità anti-funghi, il tea tree oil è un valido rimedio contro la crescita della muffa. Il composto va realizzato con 100ml di aceto, circa 13 gocce di olio e, infine bisogna vaporizzare il composto sulla parete aspettando che faccia effetto. 

Soluzioni aggressive contro la muffa: come eliminarla con prodotti chimici?

Se non si simpatizza molto con i metodi naturali, allora è possibile utilizzare prodotti più aggressivi. Tutti i prodotti cosiddetti “chimici” la cui componente di base è l’ipoclorito di sodio, sono ottimi per agire contro funghi, alghe e muffe dai muri. Queste formule che sono solitamente pronte pe l’applicazione, vengono estese lungo la superficie contaminata e vengono lasciate riposare per un tempo di circa 48 ore. Dopo che la microflora è stata abbattuta, bisogna intervenire spazzolando con forza gli strati in eccesso e rimuovendo ogni singolo residuo, prima di iniziare a pitturare la propria stanza. 

Il protocollo antimuffa pre-pittura: cosa fare?

Arrivati fin qui bisogna passare dalla teoria alla pratica e agire sull’opportunità di pitturare finalmente le nostre pareti. Dopo aver eliminato la muffa si consiglia sempre di attivare una strategia curativa e simultaneamente preventiva. Dopo l’eliminazione, sarà necessario applicare, mediante lo strumento del rullo e un risanante per muri, che possano eliminare le infestazioni e possano preventivare nuove proliferazioni. Dopo di che si deve pulire la parete e carteggiare con cura la superficie interessata. A seguire sarà necessario applicare un prodotto con proprietà fissative, acriliche e antimuffa, agevolando l’assorbimento della futura pittura che verrà applicata.
Dopo aver svolto questa lunga e laboriosa procedura, bisogna intervenire affinché la muffa non si ripresenti e, quindi, mantenere l’umidità sotto la soglia del 55%. In che modo? Mantenendo il proprio ambiente in continuo riciclo di aria, facendo entrare la luce solare, perché la muffa ama molto il buio e non provocando forzi sbalzi termici. 

Potrà sembrare banale, ma sono proprio questi piccoli accorgimenti di ogni giorno che impediscono la gestione di un problema persistente e lungo da curare come la presenza di muffa. A meno che infatti non ci siano dei tubi rotti o problemi strutturali gravi, evitare le risalite di umidità nei propri ambienti domestici è davvero un gioco da ragazzi. E voi siete pronti a pitturare nuovamente tutta la casa e darle un sapore fresco e pulito?

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